
Una domenica frizzantina parte così: dopo 12 ore di mal di testa martellante, nauseante e indebolente, mi sono fatta un bel sonno e sono partita speranzosa verso una domenica di riscatto.
Mi sono truccata gli occhi un po’ gonfi di stanchezza, mi sono vestita a righe, ho indossato il mio cappotto color evidenziatore e sono scesa in garage trotterellante, come al solito quando sto per impugnare il volante della mia cara automobile.
Che non si è accesa.
Ha bofonchiato, mi ha illusa facendo partire la radio a tutto volume ma niente, tossiva e non partiva.
Dopo 5 tentativi di accensione ho deciso di lasciar perdere e usufruire di un gentile amico per andare in centro e fare colazione beatamente.
Lo ammetto: probabilmente sono incosciente. E sciagurata.
Ma avevo così voglia di godermi la colazione in santa pace, il sole, il mercato delle piante in piazza, una domenica mattina normale dopo un sabato passato stesa sul divano senza aver mosso neanche un alluce perché mi scoppiava la testa.
E allora pensavo.
Più invecchio e più mi rendo conto che non esiste un’assicurazione sulla felicità, o sul fatto che le cose possano filare lisce.
Non esiste e mai esisterà.
Visto la mia infanzia passata tra il Commodore 64 e il Sega Master System, vi faccio un paragone un po’ nerd: siamo come i protagonisti di un videogioco pieno di mostri e cattivi da eliminare appena giri l’angolo o cambi livello, con la sola piccolissima differenza che non abbiamo a disposizione tre vite come Mario Bros. Non possiamo ricominciare da capo, né spegnere tutto (né tirare il joystick contro il muro, per dire).
Dobbiamo solo continuare a giocare, con o senza bonus vari ed eventuali, senza conoscere i livelli speciali e le sorprese segrete, perché non abbiamo modo di guardare lo Youtuber di turno che ci mostra come si arriva alla fine del gioco.
Giocare aspettandoci di tutto: imprevisti fastidiosi, livelli che sembrano impossibili da superare, soddisfazione immensa nell’essere andati oltre i nostri limiti, personaggi che ci aiutano, personaggi che ci mettono i bastoni tra le ruote.
E di “mostri finali” ce ne saranno sempre, a ogni livello e sempre più cattivi, ma noi non ci faremo abbattere perché il gioco lo vogliamo portare a termine, giusto?

*BONUS – La playlist creata da chi mi segue su Instagram*
Sum 41 – Still Waiting
Deadmau5 & Lights – When The Summer Dies
The Who – Baba O’Riley
The Jesus and Mary Chain – Just Like Honey
Broken Bells – The High Road
The Strokes – Hard to Explain
Sia – Unstoppable
Alter Bridge – Wonderful Life
AC/DC – Thunderstruck
Jason Mraz – I’m Yours
Oasis – Wonderwall
Coldplay – Viva la Vida
C2C – Down the Road
Cosmo – Impossibile
Thousan Foot Krutch – Untraveled Road
Bonnie Tyler – Holding Out for a Hero
Cosmo – L’ultima festa
Neil Patrick Harris – Brand New Day
Joan Jett – I Love Rock’N’Roll
Black Pumas – Colors
Muse – Time is Running Out
The Police – Driven To Tears
Pulp – Glory Days
Polo & Pan – Ani Kuni
DB Boulevard – Point of View
Metallica – If Darkness Have a Son
Scorpions – Wind of Change
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3 risposte a “Auto che si fermano e videogiochi.”
È vero! Dobbiamo sempre giocare per poter superare l’ostacolo
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Ci proviamo, Gianluca. Sempre 😉
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Sai che questa mattina mi era venuto in mente il tuo blog ma non ricordavo più il nome 😅 poi ti ho trovata 😊
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