
Non ho nessuna voglia di fare un bilancio di quest’anno.
Ho pianto molto.
Ho riso tanto.
Mi sono messa in gioco in più di un’occasione, ho saltato in lungo come quando ero piccola e volevo andare al di là delle pozzanghere.
A fine dicembre si è stanchi: non ho la forza di fare un bilancio.
La vita avrà sempre degli alti e dei bassi e vivremo sempre quegli alti e quei bassi con l’intensità di quella particolare fase della nostra vita.
Le stesse situazioni, a distanza di anni, potrebbero trovarci indifferenti o distruggerci in mille pezzi.
Tanto vale provare a elencare qualche cosa bella che vorremmo fare prossimamente, senza parlare propriamente di buon proposito.
Intenzioni, idee.
Le abitudini si sedimentano con il tempo. Un pezzetto alla volta.
Difficile in una società così bulimica di oggetti e attenzioni, lo so.
A quattro anni feci un sacco di capricci per un libretto che avevo visto in vetrina alla Longo, libreria storica nel centro di Ravenna.
Uno di quei posti in cui c’è ancora il tipico profumo delle cartolibrerie di una volta e il silenzio ovattato degli scaffali di legno, colmi di libri stretti stretti tra di loro, che aspettano solo di essere tirati fuori da qualcuno.
Insomma, c’era questo libriccino che volevo e non ricordo neanche perché me lo feci comprare a ogni costo da mia madre.
Vi giuro che non ricordo nulla di questo libro, tranne che lo volevo tantissimo perché mi piaceva la copertina. Ora non ricordo neppure quella.
Arrivata a casa lo sfogliai, e mi fece proprio schifo.
Scoppiai a piangere perché mi sentivo terribilmente in colpa.
Avevo fatto spendere quelli che – a quattro anni – mi sembravano un sacco di soldi per un libro che neanche mi piaceva.
Potevo sfogliarlo prima di comprarlo, ad esempio.
Invece no, lo volevo a prescindere da tutto ed ecco che nel giro di qualche ora me ne ero già pentita.
Uso questa storiella per dirvi e dirmi che: prima di desiderare qualcosa, valutiamo se ne vale la pena. Il perché la vogliamo. Quanti e quali sforzi andranno fatti per raggiungere l’obiettivo. Pro e contro.
Non è che tutti i desideri siano favolosi: a volte sono proprio delle idee cretine. Idee campate per aria. Ma, nei tempi dei social, è così romantico scrivere che se lo vuoi, tutto è possibile e altre fregnacce simili.
Io non pianifico neanche la cena, ma ho imparato che è meglio darsi piccoli obiettivi, sul medio periodo, considerando la fattibilità, i costi e i sacrifici. I risultati e le opportunità.
Allora vi auguro un nuovo anno pieno di obiettivi raggiungibili e piccole sfide soddisfacenti. Un anno di surf, tra alti e bassi, come sempre. L’importante è rimanere ben stabili, in equilibrio. Quel che arriva, arriva.
[Vi ricordo inoltre che dal 31 dicembre al 1° gennaio dell’anno successivo, di solito, non cambia una beata mazza. Voi siete voi e il mondo attorno è proprio lo stesso delle 23:59 del giorno prima. Baci stellari]
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