Siamo solo esseri umani.

Bertinoro, 2016

Sapete quando scriviamo sul curriculum, problem solving?
Lo so che lo abbiamo scritto un po’ tutti, una volta o l’altra.

Oggi ripensavo al vero significato di queste parole.
I problemi vanno affrontati, chiaro.
Ma è il modo in cui lo facciamo, che cambia tutto.
Io mi sono accorta che, negli anni, la mia soglia di resistenza è sempre più bassa, la mia capacità di fare respiri profondi si sta esaurendo, la mia pazienza si butta dal balcone appena può.

Perché spedire un pacco deve costare fatica? E per fatica intendo: app mal funzionante, PAGE NOT FOUND appena paghi, call center a pagamento che ti fa attendere 15 minuti al telefono per poi dover riattaccare perché non sentivo nulla di quello che mi diceva il caro operatore Giovanni dalla sua stanzetta a Cassano Irpino.

Mi veniva da ridere dal nervoso, ma ho richiamato.
Sentendomi stavolta dire che “No signora, questo non è il numero giusto se ha problemi con i pagamenti”.
Ah, incredibile, chissà chi me lo doveva dire visto che sul sito c’è un solo numero da chiamare (ed è quello da cui rispondeva Giovanni di Cassano Irpino).

Quanta pazienza e perseveranza può avere un essere umano che ha a che fare con i call center? E quanta pazienza e perseveranza può avere il povero cristiano che si trova al telefono con me? Che poi, tutto sommato, mi trattengo anche dal dire tutto quello che dico durante “La primavera” di Vivaldi che mi accompagna nell’attesa infinita.

Poi alla fine tutto funziona, forse grazie al sopraggiunto intervento di ogni santo invocato poc’anzi o forse perché è così che doveva andare e basta; incontro l’omino che ha l’infausto compito di ritirare il mio pacco e vorrei solo abbracciarlo e dirgli Grazie.

Perché in fondo, se ci pensate, molti di noi sono sulla stessa barca.
Viviamo per lavorare. Cerchiamo di risolvere i problemi che qualcun altro crea. Cerchiamo di dare il meglio di noi. Di far funzionare le cose.
Non vogliamo litigare, vogliamo solo fare il nostro lavoro, e farlo bene.
Vogliamo essere dei clienti piacevoli e andare in posti in cui ci trattano bene. Non chiediamo molto: vogliamo pagare per un servizio che ci risolve un problema. Vogliamo pagare un’esperienza ed essere felici.
Oppure: viviamo per offrire la nostra competenza a qualcuno, che sia far da mangiare, che sia ritirare un pacco, aggiustare una caldaia, cambiare le gomme, lavare un piumone.

Mi piacerebbe che ogni giorno ci ricordassimo che, prima del mestiere che facciamo, siamo solo esseri umani buttati nell’universo.
E che a volte basterebbe ascoltarsi davvero, senza livore ma con etti di disponibilità e pazienza, per far funzionare tutto meglio.

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