
Ho iniziato ad appassionarmi all’astrologia da molto piccola.
Avevo comprato al supermercato un libriccino minuscolo, con la copertina fucsia e un disegno stilizzato di un Leone blu.
Lo sfogliavo velocissima, forse allora non sapevo ancora leggere, ma fingevo benissimo (come oggi fingo di saper nuotare).
Poi ho un vuoto.
Non ricordo come sono finita a compare libri come Astrology for dummies e i volumi di Lisa Morpurgo, scrittrice nonché una delle più grandi astrologhe italiane [nel 1971 pubblica il suo primo trattato sull’astrologia, Introduzione all’astrologia e decifrazione dello zodiaco portatore di alcune nuove chiavi di lettura astrologiche, incoraggiata dagli amici e “cavie” eccellenti come Eugenio Montale, Gabriel García Márquez, Dino Buzzati…dai quali fu esortata a pubblicare le sue osservazioni].
Quello che mi piace dell’astrologia [astrologìa (ant. e pop. strologìa) s. f. [dal lat. astrologĭa, gr. ἀστρολογία, comp. di ἄστρον «astro» e -λογία «-logia»]. – Arte divinatoria, un tempo ritenuta una scienza, che presume di determinare i vari influssi degli astri sul mondo terreno e in base a essi prevedere avvenimenti futuri o dare spiegazione di fatti passati rimasti sconosciuti] e non dell’oroscopo, è la capacità di poter descrivere alcuni tratti del carattere, dare spiegazione ad alcune delle nostre manie, raccontare a chi non ci conosce parte dei nostri vizi e delle nostre virtù.
Carl Gustav Jung, nel 1911, scrive a Freud: “Di sera sono molto impegnato con l’astrologia. Sto facendo dei calcoli oroscopici per rintracciarvi il grado di verità psicologica. Fino ad ora ci sono alcune cose strane che a Lei sicuramente devono sembrare incredibili”.
In quest’epoca buia, intrisa di violenza, notizie disgustose, ingiustizie da torcersi le budella, lasciatemi credere in qualcosa.
Credere che l’influsso di Mercurio retrogrado mi porterà a essere più distratta mentre scrivo, o che Saturno potrà farmi venire voglia di tagliare i rami secchi.
Credere in qualcosa che non vediamo è un rischio, è un oppio, è una stupidaggine, chiamatela come volete.
Eppure ispira, rallegra, infonde speranza.
Studio le caratteristiche dei segni e i temi natale delle persone che mi stanno vicina perché mi diverte; mi diverte rimettermi a studiare, sfogliare i miei libri e manuali, ricordare, fare supposizioni, unire i puntini di una personalità.
Sono tutte cavolate?
Può darsi.
Ma continuerò a chiedervi e a tirare a indovinare il vostro ascendente, quando ci vediamo.
A proposito, voi dove ce l’avete Venere?
Io in Cancro.
Un disastro.
Ma di questo ne parliamo un’altra volta.
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