Ci guardo in pausa pranzo.

Reinvestire nei vostri desideri.
Cosa significa?
Ho sentito questa frase per caso, con la testa sovrappensiero, e l’ho trovata in qualche modo illuminante.

Partiamo dall’etimologia di investire: concedere un dominio, un beneficio, un titolo, una dignità; incaricare ufficialmente di un compito specifico; impiegare capitali e risorse per conseguire un utile; urtare, assalire.
Voce dotta recuperata dal latino investire, derivato di vestire: coprire, ornare, rivestire, circondare (N.d.A.: la mia fonte è sempre unaparolalagiorno.it, se dovesse interessarvi).

Incaricare ufficialmente di un compito specifico è il significato che più mi piace; perché sto pensando ai miei desideri, alle mie speranze e sì, le voglio incaricare di un compito specifico.
Tutti noi, forse, lo facciamo: incarichiamo i nostri desideri di renderci felici.
Allora quel “re” che ci ho voluto appoggiare all’inizio significa, per me, tornare a incaricare i miei desideri di rendermi felice. Come farò?

Non lascerò che il resto del mondo me lo impedisca.
Avrò la capacità di prendermi quello che mi interessa.
Andrò verso qualcosa di tangibile, senza paura.
So cosa desidero e cosa voglio scegliere.

Avete notato? Quando cominciate a sapere esattamente che cosa volete, anche le persone attorno a voi se ne accorgono.
Pensate a quando andate al ristorante e, per dire, ordinate una carbonara.
Ci sarà sempre qualcuno che vi chiederà: “Ma non preferiresti un piatto di rigatoni al pomodoro? O delle penne alla panna? Sono buonissime anche le farfalle coi piselli”.
La risposta sarà: No, grazie, io voglio un bel piatto di spaghetti alla carbonara.
Se non ce l’avete, vado da un’altra parte.

Arrivati fino a qui, vi chiedo: voi li rispettate i vostri desideri più profondi?
Se la risposta è no, decidiamo di farlo.
Amando spudoratamente noi stessi e la nostra forza di volontà.
Secondo me, ne vale sempre la pena.

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